sabato 28 gennaio 2012

19 etapa 59 Km. Coyhaique


 Coyhaique è a una cinquantina di chilometri. Ho intenzione di fermarmi un giorno in più.
Devo fare il punto della situazione per definire il percorso da intraprendere.
Voglio videochiamare casa, fare il bucato, far prendere aria al sacco a pelo, vuotare tutte le borse per riorganizzarne il contenuto, aggiornare il blog, far visita al vescovo, ricaricare pile e batterie, e dormire un paio d'ore di più.
In Cile la corrente è di 220 volts e lo standard delle prese più diffuse sono come le nostre in Italia.
In Argentina hanno prese che vanno bene per 2 standard, l'italiano e l'argentino dove gli spinotti non sono a sezione circolare ma più grossi e a sezione rettangolare.

Per i primi 30 km ha pedalato praticamente il vento e per i restanti quasi tutta discesa.
Il vento mi ha dato una mano ma mi ha fatto volare via il santino di San Patrizio che ho recuperato dopo aver mollato la bici e rincorso per i pendii a bordo strada.
L'unico tratto impegnativo è l'ultima salita di 4 km che porta dritto nel centro della città.

Ecco la piazza con la chiesa, il vescovo della regione di Aysen della quale fa parte Coyhayque è italiano si chiama Luigi è di Udine ed è un fervente oppositore alla costruzione delle 5 dighe in programma.
Ogni tanto viene in visita anche a Crema.
Domani mattina prima di ripartire cercherò di rintracciarlo per un saluto.

La prima impressione della città è buona, le case sono tutte in legno, per la quasi totalità piano terra e primo piano.
Fa caldo e la fontana dei giardini è diventata piscina dei piccoli che si tuffano vestiti. C'è un monumento con la statua di un pastore e di una decina di pecorelle a grandezza naturale. Nonostante le pesanti sanzioni per chi calpesta l'aiuola le pecorelle vengono cavalcate a turno dai bambini. Fuori dalla fontana su sulla pecorella, giù dalla pecorella dentro la fontana. Nessuno ha da obiettare. Il clima tra i piccoli è da vincita dei mondiali di calcio.

La Lonely Planet segnala un albergo come pulito e confortevole anche se le tariffe sono doppie rispetto al prezzo indicato sulla guida. La giustificazione alla reception è che la guida è vecchia, mi fanno notare la data di pubblicazione 2011 e adesso siamo nel 2012.
Magari se avessi chiesto l'asse al falegname me l'avrebbe regalata.
Mi fermo lo stesso, sono stanco e non ho voglia di bruciarmi il pomeriggio alla ricerca di un'alternativa con tutti i requisiti. La sistemazione è accogliente.

Dopo un bel bagno ristoratore faccio 4 passi in centro in cerca della cena.

Wurstel, patatine e Birra Austral (cilena, buonissima) ad un tavolo sul marciapiede vicino a tre escursionisti americani. Sentirli discorrere è un piacere, sembra di ascoltare la voce narrante di un trailer cinematografico.
Dei bambini che stanno giocando a rigori colpiscono con il pallone la nuca della cameriera nell'atto di prendere le ordinazioni. Si gira massaggiandosi la testa e ride, gli americani sgridano i bambini con tono offensivo. I calciatori non si scusano ma se ne lavano le mani incolpando il fautore del tiro e riprendono a giocare come niente fosse.
Si stanno proprio divertendo e mi ricordano la spensieratezza e l'incoscienza di quando anch'io ero bambino. Facciamo che se la godano.
Coltello e forchetta nel piatto segnalano il “the end” quando arriva un cane che mi salta in braccio riempiendomi di feste. I bimbi dichiarano di non averlo mai visto, il capobanda ingaggia con lui una lotta e io mi ritrovo a fare da arbitro imparziale fischiando le scorrettezze.

Girare di notte per le città e i puebli cileni qui al sud è sicuro.
Ho sempre con me soldi, una appariscente macchina fotografica e il netbook sottobraccio ma non mi è ancora successo di percepire situazioni di pericolo.
Nelle strade c'è sempre gente e passeggiare per strada mi da un senso di sicurezza maggiore anche rispetto a Crema.
Mi accomodo in una pizzeria perchè nello stomaco c'è ancora del posto.
Mangio, osservo, penso e scrivo.
Il locale è ormai deserto e aspettano solo me per chiudere.
Alla cassa ne approffitto per chiedere un'informazione mostrando un punto sulla mappa.
Il passo Rodolfo Reballos è aperto e agibile?
Credo sia l'ultima possibilità per passare la frontiera e riprendere la ruta 40 che mi porterà in Terra del Fuoco.
La mappa viene dispiegata per intero sul bancone e ad uno ad uno tutto il personale si avvicina.
Si consultano, qualcuno dice la sua, gli indici arzigogolano sulla mappa. Sembra di essere al tavolo ufficiali dove si discute la strategia per la battaglia definitiva.
Il generale prende la parola. Si il passo è percorribile ma me ne consiglia un altro, quello che da Chile Chico porta a Los Antiguos. La strada è migliore e lungo il percorso ci sono 2 città prima del nulla della pampa argentina. L'ultima città è Perito Moreno dove dovrai approvvigionarti di tutto l'occorrente per una settimana. Porta con te tutta l'acqua e il cibo che puoi perchè lì non troverai niente. Pasta, buste liofilizzate, latte condensato, formaggio, cioccolato, frutta secca, ecc. I tratti prima di incontrare una semplice estancia sono lunghi. Tira sempre un forte vento, sempre contrario o di lato mai alle spalle. Accendere un fuoco o montare la tenda a volte potrebbe risultare impossibile e dovrai aspettare anche ore prima che il vento cali un po' e ti venga permesso di farlo. Copriti bene perchè la temperatura di notte può scendere intorno allo zero.
Potresti trovare cantieri di operai che stanno lavorando alla ruta 40.
Non farti problemi, sono disponibilissimi a rifocillare ed ospitare in baracca gente di passaggio.
Quasi quasi telefono ad un taxi e mi faccio portare a casa.
Se non hai motivi particolari per i quali hai scelto quel tragitto ti consiglierei di proseguire sulla Carrettera Austral, grazie alle montagne c'è meno vento, le distanze tra un insediamento e l'altro sono più brevi, c'è tutta l'acqua che vuoi e il paesaggio è idilliaco.
La Carrettera Austral non arriva fino in Terra del Fuoco ma termina a Villa O'Higgins, a questo punto per riprendere il cammino verso la ruta 40 occorre prendere 2 ferry.
Mi indica tutti i campeggi, hospedajes, hotel con i relativi prezzi, che incontrerò lungo la strada.
E' informatissimo lo cambierei di posto con l'addetta dell'ufficio informazioni.

Suerte... ho 2 giorni per decidere.


2 commenti:

  1. E' la prima volta che leggo la preghiera del viaggiatore, mi piace molto, mi associo e .....AMEN. LI

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  2. Coraggio Mario, mi pare che tu stia entrando nella parte meno popolosa del tuo percorso, con delle condizioni climatiche ostili, ti servirà il santino di san Patrizio. Ma non avevi incontrato dei cicloturisti che provenivano da Ushuaia? E loro che avevano detto del vento, del freddo, della solitudine, dell'assenza di villaggi?
    e quanto tempo ci avevano messo?
    Forse loro avevani il vento in poppa?
    Pietro

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