venerdì 13 gennaio 2012

8 etapa 102 Km. Cabildo-Medanos


A Cabildo mi informano che c'è Beatrice una ragazza italiana che vive qui da 3 mesi, si fermerà un anno per uno scambio culturale con l'Italia. L'ho cercata ma non l'ho trovata e ho lasciato detto di salutarmela.

A Bahia Blanca mentre sono alla cassa di una stazione di servizio vedo attraverso i vetri un ragazzo che si avvicina alla bici, la guarda di fretta e si allontana, fa un giretto senza senso torna la riguarda, si guarda in giro e va. Quando torna per la terza volta mi vedo già al comando di polizia. Indossava una tuta bianca e uno zainetto, capelli neri raccolti in una lunga coda e un evidente neo sotto lo zigomo sinistro. Sudamericano ma non argentino.
E' il mio turno alla cassa, chiedo scusa, permesso ed esco.
Che succede? Domando.
E' tua la bici?
Si, mia.
Ma tu non sei messicano.
No sono italiano.
Comincio a capire, la tensione cala e si ride.
Alejandro è messicano e pensava fosse la bici di un connazionale.
La bandiera italiana e la messicana sono uguali.
Non proprio, hanno i colori invertiti puntualizzo ma nell'euforia di incontrare un connazionale posso capire.
L'italiana è verde bianco rosso, la messicana rosso bianco verde.
Torno dentro, anziché il caffè mi conviene mangiare qualcosa.
Mentre controllo le possibilità di panini e menù entra anche Alejandro si mette a parlare con il personale e illustra un quaderno e delle foto tirate fuori dallo zaino.
Dice di essere un ciclista professionista che ha vinto il giro del Messico per 2 anni consecutivi.
Non ha ai partecipato al giro d'Italia o ad altre competizioni perchè suo padre non glielo ha mai permesso per paura del doping.
Il camion che lo ha travolto durante un allenamento gli ha distrutto la bici e rotto un po' d'ossa così sta cercando di raccimolare dei soldi per potersela ricomprare e tornare a correre. Puntualizza che non vuole soldi da noi, i soldi li chiede alla gente lì fuori.
Mi elenca un sacco di corridori italiani la maggior parte dei quali non conosco, elenca le loro caratteristiche i loro punti deboli, i miracoli, le sfighe. Sa tutto.
Mi ha detto: cerca con google Alejandro Dario Valdez troverai tutta la mia storia. Proverò.

Il fisico si sta abituando al caldo e richiede molta meno acqua. Credo stia metabolizzando un sistema per gestirla meglio.

All'ultima stazione di servizio di Bahia o acquistato per sicurezza altri 2 litri d'acqua e 2 succhi di frutta. Uno l'ho bevuto sotto la pensilina chiacchierando coi 2 benzinai. Saluto, faccio per ripartire quando il cassiere della stazione esce correndo all'inseguimento e urlando di fermarmi. Raggiuntomi mi omaggia di 3 barrette energetiche. Cerco di rifiutarle, insiste, ringrazio. Sto fermo qualche secondo a pensare e torno al mini-market.
Io accetto le barrette però ti faccio una foto ricordo.



Non sono uno che si commuove facilmente ma qui quando ripenso a fatti e persone che ho incontrato succede spesso.
Oggi ho incrociato il primo treno. Propulsione a carbone, trasporto minerali, ho contato 48 vagoni.
Sono stato salutato anche dal macchinista con braccio fuori dal finestrino e fischio a vapore.

Le stazioni di servizio sono un ottimo approdo per una sosta tranquilla.
Oltre al collegamento internet gratuito si può fare uno spuntino o acquistare generi alimentari in discreta tranquillità.
Tutte le pareti dell'edficio sono vetrate ed è possibile tenere sempre sottocchio la bici.
Se il ladro decidesse di caricare la bici su di un camioncino si troverebbe a dovere fare ballare quasi 60 chili di roba non compatta come potrebbe essere un sacco di cemento, ma snodabile come una giraffa morta. Nel trascinarla il collo della giraffa potrebbe incastrarsi sotto una gomma di un auto parcheggiata e farei in tempo ad intervenire.
Nel caso in cui il malcapitato volesse saltarci su e partire a razzo la vedo difficile un po' per il peso e un po' per il fatto che la parcheggio sempre innestando la velocità del cambio più dura che ho.
Il ladro salta su, preme sui pedali ma i pedali non girano, allora comincia a scalare su una velocità più morbida ma non succede niente perchè per fare succedere qualcosa devi riuscire a fare girare i pedali. Nel frattempo io mi accorgo, metto giù la giraffa e lo acciuffo.
Il lettore attento potrebbe porsi la domanda: “Ma tu allora come fai quando devi ripartire?”
Io faccio con calma, con quella calma che il ladro non ha.
Potrebbero rubare le borse.
Le borse posteriori sono protette da un inestricabile giungla di tiranti elastici, lacci della tenda, del saccoapelo che rendono lo sgancio rapido uno sgancio impossibile.
Potrebbero invece con una certa facilità sganciare le borse davanti e scappare.
Poco male, le borse anteriori contengono: quella di sinistra, cianfrusaglia e quella di destra la testa della giraffa.


Sono entrato nella provincia di Villarino.
Ogni volta che si cambia provincia c'è un posto di blocco con percuisizione per verificare che non si introducano frutta e verdura.
Queste restrizioni sono necessarie per evitare epidemie di afta epizotica.
 
Mi servirebbe una giornata con un paio d'ore in più.

Di solito il post lo scrivo durante la cena ma stasera non mi è stato possibile perchè il figlio dei gestori del locale, di 5 anni, non mi ha mollato un secondo.
A un certo punto gli ho dato in mano l'ipod e sono riuscito perlomeno a mangiare.

Al ritorno in albergo ho addocchiato una specie di mercatino dell'usato con cose veramente interessanti. Domattina prima di partire faccio un salto.

Zzzzzz


5 commenti:

  1. Ciao Mario, mi son ritagliato qualche minuto per aggiornarmi... Ormai 6 famoso più che per la bici temo per la tua persona... potrebbero rapirti e chiedere un riscatto;-)... ti seguiamo sempre, solo con la lettura però:-) Ti raggiungo in Vespa x un caffè? che fi..ta deve essere su quelle strade... il caffè li com'è? Ciao un abbraccio by A.M per gli amici Alba (quello che mangia le Pringles :-))

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  2. Ciao Mario, sono approdata per caso sul tuo sito, ed è bastato davvero poco per essere catturata dalla tua avventura. Per fortuna è cominciata da poco, avrò tempo di seguirla sino a destinazione! E' terribilmente affascinante leggere un diario di viaggio e sapere che non è frutto dell'immaginazione di uno scrittore, ma che si sta tutto realmente svolgendo dall'altra parte del mondo (o quasi). Grazie per i tuoi resoconti, impareremo un po' di Argentina anche da qui (da estimatrice di Jorge Luis Borges, è un paese che mi attrae non poco). Buona continuazione!

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  3. questo Alejandro Dario Valdez è un tipo tosto; ho appena letto l'articolo che parla di lui su EL INFORMANTE del 10 maggio 2011, giornale di LEONES (CORDOBA-Argentina), in cui viene descritto il suo viaggio in bici da Tijuana (Messico) a Ushuaia, le sue lacrime al portare le ceneri dei suoi genitori per disperderle in mare nella Terra del Fuoco (si può dire nel Mare del Fuoco?), nel luogo esatto in cui i suoi genitori tanti anni prima si incontrarono e si innamorarono. La storia mi è sembrata vera, forse qui e là un pò romanzata. Anche lui è stato aiutato spesso da mani amiche, ma è stato anche spesso derubato da mani leste. Quindi, Mario, attento alla giraffa!

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  4. Ciao! Ho fatto il tuo stesso giro (Buenos Aires-Ushuaia) passando per la Penisola di Valdes (in aereo però), complimenti! Grazie delle emozioni che mi fai rivivere ripensando a questa bellissima terra! Veronica

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